La Privacy nei social media è un diritto, tutelato e garantito in capo all’utente che utilizzi applicazioni internet.


L’obiettivo principale è quello di controllare che le informazioni siano trattate nel rispetto delle norme, nonché nel rispetto dell’autodeterminazione del singolo alla loro diffusione, ivi comprendendo il controllo delle notizie che lo riguardano.
I social network infatti, sono ampiamente utilizzati per condividere momenti della propria quotidianità. Essi consentono lo scambio di informazioni con un elevato numero di utenti e questo espone a maggior rischio la sicurezza e riservatezza dei propri dati personali, divenendo possibile oggetto di divulgazione da parte di terzi.

Il “General Data Protection Regulation” (GDPR), meglio conosciuto in Italia come nuovo “Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali” si occupa della diffusione dei dati personali ed è stato voluto fortemente dall’Unione Europea.
Questo testo –  riunendo in un unico contesto la legge 675/1996 e gli altri decreti legislativi, regolamenti e codici deontologici – introduce una serie di innovazioni molto importanti per i singoli cittadini, ma anche per le amministrazioni pubbliche e per le aziende.
Si prevedono regole più rigide per i soggetti di età  inferiore ai 16 anni interessati all’uso dei Social, in questi casi dovrà infatti riceversi il consenso da parte di un genitore o un tutore che acconsenta ai termini di utilizzo.

Il Garante della privacy, in merito a questo delicato tema non fornisce vere e proprie linee guida, limitandosi pertanto ad informare gli utenti sui possibili rischi ai quali si espongono nel consentire la condivisione delle proprie informazioni personali.
Lo stesso, specifica che il mondo virtuale è sottoposto alle stesse regole di convivenza civile che vigono nella vita reale.
Chi digita frasi offensive, deve dunque prestare molta attenzione anche se si tratta di uno scambio di informazioni mediante via virtuale, in quanto potrebbe risultare perseguibile civilmente e penalmente ed è bene inoltre chiedere il consenso – prima di pubblicare un’informazione, una foto, riguardante terze parti tramite il c.d “tag”- al fine di non incorrere in spiacevoli conseguenze.
Qualora si scopra la presenza di informazioni utilizzate a danno della propria immagine è importante segnalarlo all’Autorità garante.

Facebook è l’esempio più eclatante e più rappresentativo nella categoria dei Social Networks.
 Il suo successo è dovuto dalla semplicità di utilizzo che, unitamente alla gratuità del servizio, sono stati in grado di coinvolgere un numero impressionante di persone.
 L’utilizzo di questo strumento di comunicazione presenta, tuttavia molti rischi per la riservatezza dell’utente:

  • Nel momento in cui ci si iscrive a Facebook, automaticamente e senza il previo consenso dell’utente, il nome di quest’ultimo viene indicizzato sui motori di ricerca estranei al network così che i suoi dati e la sua immagine sono esposti e visibili a qualsiasi soggetto terzo (anche non iscritto alla community);
  • Quanto al diritto alla cancellazione, l’utente non è messo nelle condizioni di poter facilmente recedere dal servizio in quanto sulla pagina principale non è riportata alcuna indicazione in merito ma solo accedendo all’interno dell’area “impostazioni” è possibile cancellare l’account. Inoltre, tutte le informazioni, le immagini e i dati personali non vengono immediatamente rimossi ma restano sul server per un periodo di tempo indeterminato (per un eventuale riaccesso al network da parte dell’utente “pentito”), contrariamente a quanto richiesto dall’utente.

Prima di iscriversi a un social network occorre quindi conoscere bene le tutele che garantiscono la riservatezza, partendo dalla consapevolezza che il codice della privacy riconosce a “chiunque il diritto alla protezione dei dati personali”.
La principale cosa da sapere è che chi utilizza i dati personali di un soggetto è tenuto a rilasciare un’informativa per illustrare le finalità e le modalità del trattamento dei dati, mentre il soggetto che conferisce i dati può verificare la correttezza del trattamento e, in alcuni casi, revocare il proprio consenso al trattamento.
Bisogna inoltre prestare attenzione agli abusi, in quanto il codice della privacy viene facilmente raggirato dai vari sistemi per mezzo dei quali, all’interno della rete, è possibile effettuare vendite, passaggi, scambi di dati in totale libertà e senza che si riesca a porre un efficace freno legislativo al costante espandersi di un vero e proprio commercio illegale dei dati on line.